I REATI DIGITALI ED I METODI PER ARGINARLI
Inserito il 28/12/2020
Le criptovalute ed il sistema bancario: come contrastare l'evasione ed i reati digitali
I REATI DIGITALI ED I METODI PER ARGINARLI
Partiamo dall’analisi di due notizie:
- La Commissione Europea ha aperto le consultazioni su quella che sarà la nuova direttiva sulla cooperazione amministrativa tra amministrazioni fiscali (DAC8) che verrà estesa a tutti i beni cripto ed alla moneta elettronica. Si vuole risolvere due fondamentali problemi: la mancanza di informazioni delle amministrazioni fiscali nazionali sull’uso di cripto-asset; la disparità delle sanzioni applicate sulla base delle disposizioni vigenti. Anche i redditi da attività criptate dovrebbero essere assoggettati a tassazione. Numerosi sono i problemi di come reperire le informazioni per i beni criptati: mancanza di un controllo centralizzato, il loro pseudo anonimato; la difficoltà di valutazione; la rapida evoluzione della tecnologia. I beni cripto possono essere utilizzati sia come bene di investimento che come mezzo di pagamento e ciò rende più difficile classificarli in una tipologia di reddito prevista dal TUIR.
- La lotta ai regimi fiscali dannosi ha prodotto l’eliminazione di 105 realtà, grazie alla lotta predisposta dall’Ocse. Dal 1998, anno di creazione del Forum contro le pratiche fiscali dannose, sono stati esaminati 295 regimi preferenziali, compreso il Patent box sui marchi italiani, ed eliminati in 105.
Il tutto avviene secondo le pratiche introdotte dall’action 5 del Beps (Base erosion and profit shifting). Dei 49 regimi esaminati nell’anno 2020, 37 sono stati riprogettati, mentre 7 sono in fase di modifica. Per passare il vaglio del Forum, un regime fiscale deve portare ad una sostanza economica. Questo è un aspetto importante per ridurre i rischi contro il trasferimento dei profitti e combattere le pratiche fiscali dannose. I 12 Paesi al mondo che non prevedono un sistema di tassazione ora dispongono di un quadro giuridico in linea con gli standard del Forum. Data la rinnovata possibilità di scambio di informazioni, sarà più facile ottenere l’individuazione del titolare effettivo (antiriciclaggio) e la residenza della società controllante.
Come è facile intuire, nei Paesi dove solo da poco sta cadendo il velo delle informazioni fiscali, si annidano coloro che utilizzano maggiormente le criptovalute. Non dimentichiamo che nei bilanci vi sono sia Asset tangibili che Intangibles e, tra questi vi sono le criptovalute. Le Valutazioni degli Intangibles sono caratterizzate da minor complessità nella valutazione. Poiché gli Intangibles, spesso non sono iscritti a Bilancio, al momento di effettuare un’operazione straordinaria, la valutazione dell’azienda dipende anche da come il valutatore individuerà i canoni di valutazione degli Intangibles non iscritti a Bilancio. L’Impresa si sta destrutturando a favore della snellezza e dello smart working, ancora di più oggi che ci troviamo in piena emergenza Covid-19.
La struttura stessa dell’azienda viene modificata dal massiccio ricorso alla tecnologia. Per fare dei numeri, si immagini che a Wall Street il valore degli Asset intangibili tossa i 35mila miliardi di dollari.
Per tornare ai reati digitali, furti di identità digitale, frodi informatiche, clonazioni di carte di credito, e altre forme di reato online, si sono tradotte, nei primi sei mesi di quest’anno 2020 in 52 denunce al giorno per crimini informatici e 589 truffe informatiche (polizia postale).
Un aspetto curioso è anche quello della performance delle Borse Mondiali che, dall’inizio dell’anno, sono aumentate dell’11%. Il fenomeno è dovuto ad una serie di fattori di cui l’elezione del Presidente Americano Biden al posto di Trump e l’investimento sul futuro da parte degli operatori della borsa che pesano i rischi d’investimento anche sul fatto che il progresso scientifico porterà ulteriore stabilità nei Mercati, appena trascorso l’effetto pandemia.
Veniamo al BITCOIN, principe degli asset in criptovalute. Alla data del 25 novembre 2020 un Bitcoin è stato quotato 19.400 dollari, mentre l’oro è sceso sotto i 1.800 dollari. Gli analisti dicono che questo si può chiamare effetto sostitutivo dell’oro con la criptovaluta. Gli investitori, dal momento che i Tassi a 5 anni in USA sono scesi a -1,43%, si sono coperti acquistando oro e Bitcoin. Paypal ha annunciato che, solo per i clienti USA accetterà pagamenti in Bitcoin a partire dal 2021.
In un contesto economico incerto la Commissione Europea ha deciso di regolamentare le valute digitali. Il portavoce di questa notizia è Valdis Dombrovskys, vicepresidente dell’esecutivo Comunitario. “Devono essere create misura di salvaguardia, che comprendono requisiti patrimoniali, custodia dei beni, una procedura per i reclami, diritti dell’investitore nei confronti dell’emittente”, asserisce il dignitario europeo. Si prevede un regime pilota in modo che le autorità di regolamentazione possano acquisire esperienza sull’uso della tecnologia, garantendo al contempo che possano affrontare i rischi per protezione degli investitori, integrità del mercato e stabilità finanziaria. La Commissione europea vuole anche capire se è possibile introdurre garanzie contro le frodi, tenuto conto del potenziale aumento dei costi del sistema bancario che saranno scaricati sui consumatori/clienti.
Uno studio del Prof. John H. Cochrane dell’università di Stanford, mostra come una moneta digitale pubblica è un’ottima idea. L’acronimo di moneta digitale pubblica è CBDC (Central Bank Digital Currency). Tale scelta faciliterebbe il sistema Bancario che si troverebbe privo di un’autorità centrale ma che garantirebbe la massima agilità ed eviterebbe le crisi ricorrenti. Questo sistema darebbe accesso alla Riserve bancarie, oggi riservato solo al Sistema Banca commerciale/Banca Centrale. Sparirebbero le Commissioni dato che la scrittura contabile della transazione si avrebbe direttamente nell’archivio della Banca centrale senza l’intermediazione di quella commerciale. Il problema grave è che le Banche centrali non sono in grado di servire la clientela retail e si troverebbero sommerse di procedure alle quali non sono abituate. Il semplice rilascio di un bancomat sarebbe un problema. Qui interviene un’ampia gamma di istituzioni finanziarie per gestire i rapporti col pubblico. Il sistema attuale ha posto in commercio prodotti scadenti e dotati di una burocrazia vasta e complessa che ne rallenta il pervenire all’investitore. Vi è anche un problema più importante: poniamo che la CBDC possa sostituire il contante. La problematica da risolvere, saranno i minori o quasi nulli servizi connessi al sistema e l’impossibilità di sostituire la password del cliente con un’altra equivalente con conseguente perdita del denaro affidato a quelle credenziali (wallet). Ora le transazioni n Bitcoin garantiscono l’anonimato come il possesso di contante. Sarà possibile, in un futuro che le Banche Centrali accettino il sistema di anonimizzazione delle transazioni? L’anonimato fa pandant con la criminalità, l’illegalità e l’evasione. La sfida sarà quella di creare un sistema bancario che, attraverso l’uso dei bitcoin, garantisca un po’ di anonimato e richiedere standard di protezione davanti alla legge per l’accesso dello Stato ai dati. Naturalmente il prezzo da pagare per lo Stato sarà quello di eliminare le leggi a favore dell’economia sommersa (tutte quelle norme che sono talmente criptiche da non poter essere effettivamente di ausilio ed impediscono, di fatto, il controllo della criminalità, in quanto si dovrebbe disporre di un numero di controllori enorme). Se lo Stato devesse eliminare tutte queste barriere, allora le criptovalute potrebbero essere impiegate senza timori.
Oggi e nel breve-medio periodo, tale situazione non è possibile nemmeno pensarla, ma da questo pensiero dell’economista americano, si può trarre un grande spunto per l’innovazione del sistema bancario.